Quando arriva il 4 novembre e si vuole scrivere un articolo su una ricorrenza legata a questa data, di solito la scelta è tra qualcosa di attinente alla giornata delle Forze Armate e San Carlo e noi abbiamo deciso di seguire la seconda via e di fare un pezzo sulla chiesa di San Carlo al Lazzaretto di Milano.
SAN CARLO AL LAZZARETTO NELLA STORIA
In parte ne abbiamo già parlato. Abbiamo detto che all’inizio non era come la vediamo oggi ma che era strutturata in modo tale da consentire agli appestati di seguire la messa senza spostarsi dalla propria stanza e senza creare assembramenti.
Per chi non avesse letto l’articolo precedente (di cui mettiamo il link alla fine di questo post), ricordiamo che si tratta della chiesetta che si trova in largo Bellintani, vicino a viale Tunisia.
Siamo proprio al centro del quadrato del Lazzaretto, il cui perimetro era circa di 2000 metri.
Verso il 1880, quando il Lazzaretto venne abbattuto per fare spazio a degli edificio, la chiesa rischiò di fare la stessa fine per far passare la ferrovia. La comprò e la salvò la parrocchia di Santa Francesca Romana, cui ancora fa capo.
Ai tempi di Napoleone il Piermarini la modificò per compiacere l’imperatore. All’esteno, aggiunse delle decorazioni (trofei e ghirlande) e un tripode fumigante d’incenso sulla sommità della cupola. E all’interno al posto dell’altare mise na statua raffigurante la libertà.
Nel 2017, dopo un periodo di restyling, è stata restituita alla città . L’arcivescovo di Milano, Mario Delpini, era presente all’inaugurazione. Il restyling è stato utile anche per recuperare tutto il valore artistico e architettonico di questo luogo. Tra le novità c’è un organo di 1800 canne.
Questa chiesa risale al sedicesimo secolo e fu eretta dopo la peste carlina. Invece, Santa Francesca Romana fu eretta in quello successivo (il XVII) per volontà degli agostiniani.
Prima, la chiesa di San Carlo al Lazzaretto era consacrata a San Gregorio. Solo nel 1883 la dedicarono a San Carlo Borromeo per i meriti durante la peste carlina. E perché era stato lui a volerla grossomodo come la conosciamo noi oggi.
NOTE FINALI
Diteci se l’articolo vi è piaciuto
Articolo correlato: Il Lazzaretto d Milano
Fonte principale: Milano nascosta. Dalle pietre romane alla città che sale