Su alcuni edifici di Milano ci sono dei retaggi della numerazione austriaca. Sono un ricordo del periodo in cui la città era sotto la dominazione asburgica.
Questi numeri, di solito, sono molto alti e si vedono soprattutto sui palazzi del centro di Milano. Se si ha un po’ di spirito di osservazione e un po’ di fortuna e si fa attenzione, si possono vedere. Infatti, non sono così rari. Nel Quadrilatero della Moda ce n’è una decina e, in particolare, quelli che si trovano in via Sant’Andrea sono quattro, se non di più.
La cosa più interessante della numerazione austriaca è che ci sono dei numeri molto alti su edifici che non si trovano in vie lunghissime. Ad esempio, su un palazzo si vede il numero 1570. E quella strada non ha certo 1570 case.
LA STORIA DELLA NUMERAZIONE AUSTRIACA A MILANO
Ma quale fu il criterio con cui vennero assegnati i numeri civici? L’1 era Palazzo Reale. Poi, si proseguiva a spirale, in senso progressivo. Il numero civico più alto era il 5314.
Fu Maria Teresa d’Austria a volere l’introduzione di questa numerazione. Volle anche che le vie avessero un nome e le case un numero.
Questo sistema, che a noi sembra complicato, mise un po’ di ordine. Infatti, prima della riforma per individuare le case ci si orientava in base a punti di riferimento.
La riforma entrò in vigore nel 1786 e fu applicata dall’imperatore Giuseppe II. Giuseppe II era figlio di Maria Teresa, morta nel 1780. I numeri dovevano essere rossi.
Abbiamo detto prima che il numero civico più alto era il 5314. Bisogna, però, precisare che, a quei tempi, Milano era molto più piccola di adesso.
Il 26 settembre 1860 venne adottato il sistema che usiamo ancora oggi, più adatto a una città in espansione, come era (ed è) Milano.
Invece, a Venezia, a differenza che a Milano, la numerazione austriaca è ancora in vigore.
Fonti
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