Architects, Urbanistica

NoLo Milano: il (non) cambiamento di un quartiere

NoLo Milano

NoLo è un quartiere di Milano che negli ultimi anni ha visto una riqualificazione. Si è trattato di una riqualificazione molto particolare. Anzi, forse addirittura sui generis. Infatti, a differenza di altre zone, non ci sono state costruzioni o abbattimenti di edifici. È avvenuto un cambiamento di mentalità, di percezione e di auto-percezione.

 

IL NOME

Partiamo dal nome e già qui nasce la prima domanda. Per dirla meglio, è la grafia del nome a far nascere la prima domanda: Nolo o NoLo? Il nome è un acronimo e sta per Nord di Loreto (o North of Loreto), la piazza di Milano. In questo testo useremo prevaletemene la forma NoLo.

Ne avevamo accennato nell’articolo su Porta Romana, parlando di Supra.

I CONFINI

La seconda domanda riguarda i suoi confini. Non è facile definire i confini di un quartiere, ma per questo ci si è riusciti. Anzi, esiste una cartina ufficiale.

Sicuramente, la presenza di confini fisici ha aiutato.

Infatti, NoLo è delimitato a nord dal muro della ferrovia oltre cui si trova Turro, storico quartiere di Milano, a est dal Parco Trotter e da altri quartieri storici tra cui il Casoretto, a sud, appunto, da Loreto, a ovest dal muro di via Ferrante Aporti e a sud ovest dalla Stazione Centrale di Milano. Nella mappa ufficiale, tuttavia, si estende oltre Cimiano.

Ferrante Aporti, musica d’autore e memoria

Oltre il muro della ferrovia di via Ferrante Aporti sorgono la Maggiolina e il Villaggio dei Giornalisti, altri due quartieri che meritano un articolo.

Via Ferrante Aporti è protagonista di un brano di Roberto Vecchioni, mentre quando i Gang nominano il “Ferrante Aporti” in Kowalsky si riferiscono al carcere di Torino.

Qui c’è il Memoriale della Shoa.

A volte fanno eventi di Fuori Salone, come i vicini magazzini di via Sammartini.

GRECO

Prima, NoLo era la parte sud-est di Greco. Infatti, una delle sue vie principali è via Natale Battaglia, “benefattore di Greco”. E, soprattutto, il capolinea del tram 1 si chiama ancora Greco.

DA INCUBO A SOGNO

L’1 ferma vicino a Piazza Morbegno, che oggi è uno dei fulcri del quartiere e della sua movida. In piazza Morbegno, c’è un‘edicola. Vicino a questa edicola c’è una centralina elettrica. Su questa centralina elettrica c’era una scritta. In pratica, diceva che quel posto era un incubo. Forse c’è ancora. In questo caso, si potrebbe vedere questa scritta come una sorta di vestigia del passato. Di un passato non troppo lontano. Anzi, recente, recentissimo.

Esagerazione e rivoluzione

A dire il vero, forse incubo è un po’ esagerato. Di sicuro, non era il quartiere trendy di adesso.

Quello che a NoLo non c’è stato, a differenza di altre zone di Milano

E il bello è che la riqualificazione è avvenuta senza costruzioni e demolizioni, come abbiamo detto all’inizio.

NoLo non ha neppure beneficiato di edificazioni avvenute in zone limitrofe, come nel caso di Isola, che confina con Piazza Gae Aulenti ed è vicina ai nuovi grattacieli di Milano. L’intenzione di Cesar Pelli era anche di connettere l’Isola al resto della città.

Locali e negozi: posti nuovi, posti vecchi

Anche i locali di NoLo, alcuni hanno aperto, altri sono cambiati, ma molti c’erano anche prima e sono rimasti com’erano, mutatis mutandis.

Ad esempio, il Tempio d’Oro è il posto in cui è stata fondata Emercency. Nel 1994, quindi ben prima che esistesse NoLo. Il Tempio d’Oro c’è ancora. Oppure la pasticceria Cova, altro luogo storico (non è però la sede centrale, che si trova nel Quadrilatero della Moda).

Lo stesso discorso vale per i negozi. Da segnalare degli studi di architettura e Arco, una casa di distribuzione cinematografica.

Altri spazi sono stati riqualificati. C’è il caso dello Hug, locale d’ispirazione vagamente nordica (cfr lo hygge), che si trova nell’area in cui c’era una fabbrica di cioccolata.

Edifici storici e di architetti famosi

Ci sono architetture storiche, come un edificio progettato da Terragni e la chiesa di San Gabriele Arcagelo in Mater Dei, firmata dai fratelli Castiglioni.

Chiese

Restando in tema di religione, abbiamo anche una chiesa cristiana cinese e un centro musulmano. C’è pure un’associazione di amicizia Italo-Palestinese.

Tutte o quasi tutte queste cose c’erano anche prima.

E allora, che cosa è successo?

IL NOME: CAMBIO DI PROSPETTIVA

Abbiamo aperto parlando del nome. Prima qui era “zona Pasteur, zona Rovereto eccetera”. Insomma, era identificata con le fermate della metropolitana. A proposito, non ha aperto neppure una stazione dell’Atm o delle Ferrovie.

Non ci dilunghiamo sull’importanza dei nomi e delle parole (Dio crea il mondo dicendo, Verbum caro factum est), ma sappiamo che una cosa è dire gabinetto e una cosa è dire bagno.

Prendete anche il Fu Mattia Pascal. L’incipit recita: “Una delle poche cose che io sapessi, anzi l’unica, è che mi chiamavo Mattia Pascal”. E infatti la trama ruota intorno a una morte presunta e a un’identità inventata.

NoLo: miracolo a Milano

Alcuni giovani hanno coniato il nome NoLo e questa zona di Milano ha assunto una propria identità. Anzi, in un certo senso prima era una zona e adesso è un quartiere. Un quartiere con un’identità molto forte.

Ha una sua radio, un festival e un simbolo. Ci sono i tour di quartiere. È una zona de-cicchizzata, cioè in cui si vuole fare in modo che le persone non buttino i mozziconi per terra.

La toponomastica

Certo, hanno fatto alcuni interventi. Ad esempio, tra via Cavalcanti, via Oxilia, via Sauli e via Lumière è sorta Piazzetta degli Artisti, ma non è un toponimo ufficiale, per non creare problemi logistici (cambio del nome dell’indirizzo, posta etc).

Quando NoLo non era a Milano

A proposito di toponomastica, alcune vie di questa zona prima si chiamavano diversamente. Si sta parlando dei tempi in cui qui non era Milano. Poi, con l’annessione di Greco, via De Amicis dovette modificare il proprio nome, per non creare un doppione. C’erano anche via del Libero Pensiero e via dell’Insegnamento.

Arte e architettura: NoLo ha elementi tipici di Milano

NoLo è ricca di street Art e di liberty, un po’ come tutta Milano. Prima abbiamo accennato ad alcuni grandi architetti che hanno lavorato molto in questa città.

Il muro della ferrovia di Turro, vicino al Parco Trotter è una tela di street art.

NoLo: un caso unico a Milano

Hanno fatto Zone 30 e messo panchine e fioriere. Ma queste azioni non esauriscono il senso di NoLo: anche altre piazze e altre zone di Milano sono stati riqualificate, forse addirittura più che qui, ma non c’è stato un fenomeno così.

Problemi

Rischi: che diventi una zona solo di movida e la gentrificazione. Alcuni si lamentano dicendo che adesso si fa fatica a trovare parcheggio e che gli automobilisti sono penalizzati.

Altro su NoLo, Milano

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