Plautilla Bricci, chi era costei?
ARCHISTAR E DESIGNER DONNE
Ieri era l’8 Marzo, la Giornata Internazionale della Donna. Per celebrarlo, pur in ritardo, abbiamo deciso di scrivere un articolo sulle donne designer e le donne architetto.
Sono tante, tutte eccezionali. Sarebbe stato difficile fare un pezzo esaustivo che le comprendesse tutte quante. In alternativa, avremmo potuto optare per una selezione. Ma con quali criteri? Con quale criterio mettere nell’articolo Zaha Hadid e non Nanda Vigo? O viceversa?
Oppure, avremmo dovuto dedicare solo poche righe, se non addirittura poche parole, a ognuna di loro. E sarebbe stato davvero un peccato.
VITA E OPERE DI PLAUTILLA BRICCI
Allora, che cosa abbiamo fatto? Ne abbiamo scelta una sola, come rappresentante di tutte le donne architetto. Chi abbiamo scelto? Plautilla Bricci.
Perché l’abbiamo scelta? Perché è considerata l’unica donna architetto del proprio periodo. Diciamo che è anche una sorta di simbolo e tramite lei omaggiamo tutte le donne che fanno questo mestiere, famose o no.
È vissuta tra il XVII e il XVIII secolo.
La prima donna architetto?
Non risultano donne architetto nella Roma Antica o nella Grecia Antica. Ad Atene, le donne avevano un ruolo assolutamente subalterno. Al contrario, a Sparta la loro condizione era decisamente migliore. Ma questa città non è certo passata alla storia per i suoi templi e i suoi palazzi. Non aveva nemmeno delle mura perché i soldati erano le sue mura.
Nel Medioevo si ha notizia di qualche donna laureata in architettura, ma Plautilla Bricci è la prima donna italiana alla quale sono state commissionate delle opere importanti. Anzi, probabilmente, è stata la prima donna di tutto l’Occidente alla quale sono state attribuite delle opere importanti.
Plautilla Bricci nacque a Roma il 13 agosto del 1616 e morì a Roma il 13 dicembre del 1705.
Di lei non abbiamo nessun ritratto e non sappiamo neanche che aspetto avesse. Non si sposò.
Il padre di Plautilla Bricci
Era figlia di Giovanni Bricci (o Briccio), pittore, drammaturgo e musicista.
Giovanni Bricci promosse la carriera della figlia, inserendola nell’ampia cerchia di amicizie che era riuscito a costruire.
Fu proprio il padre a volere che divenisse disegnatrice, pittrice e architetta. La educò all’arte.
Il papà di Plautilla Bricci era figlio di un “materazzaro” genovese emigrato a Roma negli anni Settanta del XVI secolo. Giovanni Bricci quando era poco più che un bambino entrò nella scuola privata che Teofilo Sertori aveva creato per il proprio figlio e che aveva sede in un palazzo nei pressi di Pasquino. Teofilo Sertori era avvocato concistoriale e uditore alla Sapienza.
Elpidio Benedetti
Sertori lo inserì nell’ambiente francese romano, frequentato anche da Elpidio Benedetti, che fu fondamentale per la vita professionale di Plautilla Bricci. Elpidio Benedetti fu segretario del Cardinal Mazzarino e fu vicino ai Barberini e al Bernini ed ebbe un ruolo nella progettazione del Louvre.
S’innamorò, artisticamente parlando, di Plautilla. Elpidio era incaricato di trovare artisti in erba da mandare a Parigi. Allora, iniziò a cercare tra le giovani promesse e fu colpito anche da lei.
Un ruolo importante lo ebbe suor Maria Eufrasia della Croce, monaca pittrice carmelitana nel convento di San Giuseppe a Capo le Case. Era sorella di Elpidio e amica del Bricci.
Parigi rosa
Occorre dire che a Parigi, a differenza di Roma, l’atmosfera culturale, era molto da girl power. Ricordiamo le scrittrici Marie De Gournay e Madeleine de Scudéry, considerate protofemministe, e le regine Maria de’ Medici e Anna d’Austria. Anna d’Austria fu uno sponsor della nostra eroina.
L’Accademia di San Luca
Giovanni Bricci era amico e vicino di casa del Cavalier d’Arpino. Abitavano a Santa Maria del Popolo, dove il Cesari aveva creato un circolo letterario e musicale. Vi andavano persone di cultura, attori e artisti. Anche artiste e attrici. Tutto questo favorì l’ingresso di Plautilla in questo mondo. È quasi certo che abbia frequentato l’atelier del Cavalier d’Arpino.
Inoltre, nella casa d’Arpino, che era divenuta un’accademia d’arte, le donne erano ben accette. E lo erano anche nell’Accademia di San Luca, almeno dal 1607. Plautilla vi entrò nel 1655, ma l’anno non è sicuro.
Fu pittrice e realizzò anche un mobile da collezione, o stipo, di cui parla Giovan Pietro Bellori nella sua Nota delli Musei (1665).
Ma si realizzò soprattutto nell’archiitettura.
Le due opere più importanti di Plautilla Bricci
A Roma Plautilla Bricci ha realizzato Villa del Vascello, vicino a porta San Pancrazio sul Gianicolo, e la Cappella dedicata a San Luigi IX nella chiesa di San Luigi dei Francesi.
La cappella di San Luigi (e quella del Caravaggio)
Nella chiesa romana di San Luigi dei Francesi c’è la Cappella Contarelli, affrescata nel 1599 dal Caravaggio, che ha dipinto episodi della vita di San Matteo. Vicino a questa cappella ce n’è un’altra, in stile barocco, opera proprio di Plautilla Bricci. È la cappella di San Luigi, che abbiamo menzionato poco fa.
Filippo Baldinucci alla fine del Seicento disse che era “rinomata pel valore nell’arte della pittura e architettura”. Questo ci fa capire che Plautilla divenne famosa quando era ancora in vita e che i suoi contemporanei riconobbero il suo valore e le attribuirono un ruolo di primo piano nella cultura artistica romana del Seicento.
Villa Vascello
Nel 1663, sempre Elpidio Benedetti le affidò il progetto e la direzione dei lavori della propria villa, sulla Aurelia Antica, subito dopo Porta San Pancrazio.
Questa villa non c’è più perché è stata distrutta nell’assedio del 1849. Era detta Il Vascello per via della forma e anche tutta l’area circostante prese questo nome. L’architetto del complesso fu Basilio Bricci, insieme alla sorella.
Plautilla Bricci ha lasciato sette disegni inerenti all’edificio.
Altre opere
Il primo documento che dimostra suo interesse per l’architettura è un quadernetto di appunti con schizzi e disegni che risale al periodo della ristrutturazione della Domus Magna di Elpidio Benedetti.
Il Benedetti volle trasformare la propria abitazione in una “domum magnam” con una corte interna, tre piani e una loggia. Se ne possono vedere delle tracce in via Monserrato al 24. A Roma, naturalmente.
La Bricci fece pure la piramide di Luigi XIV, distrutta nel 1668.
Gli ultimi anni e la morte
Nel 1692, dopo la morte del fratello Basilio, Plautilla Bricci entrò nel Monastero di Santa Margherita a Trastevere. E qui morì il 13 dicembre 1705. Non prese i voti.
Fonti