In occasione del Fuorisalone e del Salone del Mobile 2022, un collettivo di artisti giapponesi (Skwat) ha presentato ll progetto The Tokyo Toilet, che verrà implementato nella nostra città. Si vuole testare l’accoglienza da parte delle persone.
Si tratta vespasiani minimalisti e molto confortevoli che provengono dal Giappone.
Inoltre, si vuole sensibilizzare la cittadinanza ad avere cura di tutti gli spazi pubblici. Quindi, anche dei bagni. Bisogna far sì che siano luoghi confortevoli
Il principio guida di questo progetto si chiama omotenashi, che letteralmente significa ospitalità ma che l’Ansa rende bene con queste parole: “il senso dell’ospitalità profondamente radicata nella cultura nipponica”.
PAROLE
Sul sito di The Tokyo Toilet c’è scritto quanto segue.
“I bagni pubblici costituiscono una parte essenziale delle infrastrutture urbane. Per cambiare lo stigma legato ai bagni pubblici, il progetto The Tokyo Toilet ha coinvolto 16 rinomati creativi nella riprogettazione di 17 bagni pubblici nel distretto di Shibuya trasformando queste strutture in spazi artistici alternativi e ottenendo un significativo impatto sulla vita quotidiana degli abitanti di Tokyo”.
Uno di questi bagni verrà messo nel bagno pubblico della stazione della metropolitana di Duomo e rimarrà anche dopo la fine della Design Week.
Invece, alla Triennale di Milano ci sarà un’istallazione dedicata a questo tema.
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A Tolyo questi bagni si trovano nel distretto di Shibuya. Abbiamo scritto un articolo su questo argomento.
IL FUTURO DI TOKYO TOILET A MILANO
Koji Yanai, vicepresidente della società che gestisce Uniqlo, azienda giapponese che disegna, produce e vende abbigliamento casual per uomo, donna e bambino, ha detto che è stata scelta Milano perché è la città del design.
Koji Yanai ha parlato con il sindaco Beppe Sala. Ha detto anche che se l’esperimento andrà bene, potrebbero anche decidere di farli rimanere. Per i primi due anni la manutenzione sarà a carico della società giapponese. Koji Yanai sta anche cercando i quartieri di Milano più adatti.
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